Un secolo e mezzo è trascorso dalla pubblicazione, nel 1867, del I Libro del Capitale
di Karl Marx, l’opera che, insieme al Manifesto del Partito Comunista
del 1848, ha rappresentato una pietra miliare nella storia del movimento
comunista e operaio di ogni paese del mondo. Lo ricordiamo con passione rivoluzionaria agli operai e a tutti i lavoratori.
E crediamo che la cosa più efficace, in questo nostro ricordo, sia far parlare subito Marx in prima persona.
Egli
era ben consapevole non solo del valore scientifico della propria
opera, ma anche dell’importanza enorme che essa avrebbe avuto
politicamente, per la lotta che la classe operaia stava conducendo in
tutta Europa e negli Stati Uniti d’America contro il capitale.
“E’
sicuramente il più terribile proiettile che sia mai stato scagliato in
testa ai borghesi (compresi i proprietari terrieri)”, scriveva con
orgoglio Marx all’operaio tedesco Johann Becker il 17 aprile 1867,
parlandogli del libro a cui stava lavorando.
E
sono ben note le terribili condizioni di salute e di miseria personale e
familiare in cui egli portò avanti il suo lavoro a Londra in quei
drammatici decenni dopo la sconfitta della rivoluzione europea del
Quarantotto.
“Durante
questo periodo – scriveva il 30 aprile 1867 Marx al socialista tedesco
Siegfried Meyer – sono stato sull’orlo della fossa. Dovevo quindi
utilizzare ogni istante in cui mi era possibile lavorare per portare a
termine la mia opera, alla quale ho sacrificato salute, fortuna e
famiglia. Io me ne infischio degli uomini cosiddetti “pratici” e della
loro saggezza. Se uno volesse comportarsi come un bue, potrebbe
naturalmente volgere le spalle alle pene dell’umanità e preoccuparsi
solo della propria pelle”.
Un
punto fondamentale vogliamo immediatamente sottolineare: l’intreccio
indissolubile, in Marx, fra il suo lavoro teorico e la sua pratica
rivoluzionaria di dirigente del movimento operaio del suo tempo.
Gli
anni di preparazione del I libro del Capitale sono gli anni del
contributo decisivo di Marx alla fondazione dell’Associazione
Internazionale degli Operai (la Prima Internazionale), della quale egli
redige l’Indirizzo Inaugurale, i primi Statuti provvisori, il Programma
della prima Conferenza, le Istruzioni per i delegati del Congresso di
Ginevra.
Era
ormai superata la stasi delle lotte operaie succeduta al 1850, il
movimento era in ripresa ovunque. Ciò che Marx soprattutto desiderava
era che il Capitale uscisse proprio negli anni in cui l’Europa e
l’America erano scosse dalla gravissima crisi economica che ebbe il suo
culmine negli anni ’60 del XIX secolo.
Il
Capitale è, come le Teorie sul plusvalore e gli altri lavori economici
di Marx, un’opera di continua demistificazione di tutti gli errori, le
illusioni e le interessate menzogne dell’economia politica borghese,
“scienza” apologetica di un sistema economico irrazionale, anarchico e
distruttore di ricchezze umane e naturali qual è il modo di produzione
capitalistico.
Karl
Marx ha scoperto la legge del plusvalore creato dal lavoro non
retribuito l’operaio salariato, che è la legge economica fondamentale
del capitalismo. Ha messo in luce le leggi immanenti che porteranno alla
fine il capitalismo, che da circa un secolo è giunto nel suo ultimo
stadio.
Questo
modo di produzione storicamente determinato ha sviluppato in enormi
proporzioni le forze produttive e impresso loro un carattere sempre più
sociale, acuendo così tutte le sue contraddizioni inconciliabili, che si
manifestano nelle devastanti crisi cicliche di sovrapproduzione, come
quella che abbiamo visto scoppiare nel 2007, di cui ancora subiamo le
conseguenze.
Contraddizioni
che possono essere superate solo con il passaggio a una nuova economia e
una nuova società, basta sulla proprietà sociale dei mezzi di
produzione: la società socialista e comunista, che la classe operaia ha
il compito storico di costruire dopo aver ridotto in frantumi con la sua
rivoluzione la vecchia macchina statale della borghesia.
Allo
studio, alla lotta! E’ questo l’appello che rivolgiamo a tutti gli
operai, a tutti i comunisti, affinché – sotto la direzione politica di
un unico Partito comunista del proletariato – diventi presto realtà
anche nel nostro paese l’obiettivo rivoluzionario al quale Marx dedicò
tutta la sua vita.
Da Scintilla n. 82, settembre 2017
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